Il porno su Internet è un contenuto sessualmente esplicito reso disponibile online in vari formati tra cui immagini, file video, videogiochi e video in streaming.
La legittimità della pornografia è una questione controversa. Nel mondo aziendale, tuttavia, il porno su Internet è indiscutibilmente problematico. Secondo MJ McMahon, editore della rivista AVN, una pubblicazione commerciale che segue l'industria dei video per adulti, i siti porno ricevono più visite durante l'orario lavorativo che in altri momenti della giornata. Nielsen ha riferito che il 25% dei dipendenti accede al porno durante l'orario lavorativo.
I dipendenti che navigano nel porno sprecano risorse aziendali e riducono la produttività. Inoltre, l'azienda può essere legalmente responsabile di atti illeciti da parte del dipendente, come la distribuzione di materiale pedopornografico o l'invio di contenuti pornografici, magari in un messaggio di posta elettronica con una firma aziendale, a qualcuno che non desidera riceverlo. Poiché i siti porno sono fonti note di virus, spyware e adware, rappresentano anche un rischio per la sicurezza dei computer degli utenti e della rete aziendale.
Molte organizzazioni utilizzano software di monitoraggio Web per tenere traccia dell'attività online dei dipendenti. Tale software di solito monitora le visite al sito Web, la posta elettronica, la messaggistica istantanea, la chat e le ricerche nelle applicazioni interne. Può anche includere un keylogger, per tenere traccia di ciò che i dipendenti digitano. I programmi di monitoraggio delle immagini e-mail possono identificare e bloccare le immagini pornografiche. Il software di monitoraggio in genere emette rapporti in caso di violazione della politica di utilizzo accettabile (AUP) di un'organizzazione, identificando il dipendente e i dettagli dell'attività.
L'accesso facile e solitamente gratuito al porno online, in combinazione con l'anonimato dell'utente, può portare a un uso ossessivo. L'uso ossessivo del porno su Internet, i giochi online e la comunicazione (che include social media, e-mail e messaggistica istantanea) sono le tre varianti principali del disturbo da dipendenza da Internet (IAD), che è in fase di revisione per l'inclusione nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ( DSM-V).