La regola dei 96 minuti è una linea guida sulla produttività che raccomanda ai knowledge worker di riservare quel periodo di tempo ogni giorno per svolgere i loro compiti più cruciali.
In sostanza, la regola dei 96 minuti dice che le persone dovrebbero dedicarsi al loro lavoro più importante per 96 minuti, evitando il multitasking e proteggendosi da interruzioni e distrazioni come telefonate, e-mail e messaggistica istantanea, navigazione web e social media. I primi 96 minuti della giornata lavorativa sono generalmente considerati i più efficaci, anche se possono variare da individuo a individuo.
La regola è derivata dal principio di Pareto. Secondo il principio di Pareto, l'80% dei risultati è determinato dal 20% degli input. In questo caso, ad esempio, l'80% dell'output di un lavoratore viene realizzato nel 20% del tempo di quel lavoratore. Randy Mayeux, un formatore aziendale, ha ideato la regola calcolando il 20% di una giornata lavorativa di otto ore. La regola dei 96 minuti è abbastanza congruente con l'affermazione dell'esperto di gestione Peter Drucker secondo cui 90 minuti è il più piccolo periodo di tempo effettivo richiesto per un lavoro di conoscenza significativo.
Gli effetti della distrazione sulla produttività sono stati dimostrati in numerosi studi di ricerca. Uno studio di Basex, una società di ricerca con sede a New York, ha rilevato che i lavoratori venivano distratti o interrotti, in media, ogni 11 minuti e che impiegavano in media 25 minuti per tornare alle loro mansioni originarie.