Il consumo collaborativo è un nuovo approccio all'accesso dei consumatori a beni e servizi basato su un modello peer-to-peer interdipendente.
Il cambiamento culturale nel consumo collaborativo proviene da un'economia capitalista di consumo basata su produttori, venditori e fornitori attivi da un lato e consumatori passivi dall'altro. Il modello collaborativo è quello in cui i consumatori sono molto più spesso anche produttori o fornitori, anche se su piccola scala, e gli individui cooperano per soddisfare i bisogni di una data comunità. L'accento è posto sull'empowerment individuale e sull'uso efficiente e sulla distribuzione delle risorse piuttosto che sulla proprietà privata.
Gli elementi del modello collaborativo includono il baratto, la condivisione, la donazione, il prestito e il leasing o l'affitto. Ecco alcuni esempi:
La sharing economy è un sistema basato sulla capacità e forse sulla preferenza degli individui di affittare o prendere in prestito beni piuttosto che acquistarli e possederli. Gli esempi includono Uber, un sistema basato su app che consente alle persone di fornire un servizio di guida utilizzando le proprie auto e Airbnb, che consente alle persone di affittare le loro case o stanze ai viaggiatori.
In un sistema di baratto, i servizi e le merci vengono scambiati a tariffe negoziate. Un tale sistema richiede una reciproca coincidenza di desideri tra i commercianti. Tuttavia, in un sistema sufficientemente ampio, si può trovare che i commercianti soddisfino la maggior parte dei bisogni.
In un'economia del dono, i servizi o le merci vengono forniti senza un accordo su un pagamento o uno scambio adeguato da effettuare in cambio. Sebbene i doni non possano essere ricambiati direttamente, una partecipazione su larga scala può portare a un sistema in cui le persone danno secondo le loro capacità e ricevono secondo le loro necessità.
Vedi Ted Talk di Rachel Botsman, "The Case for Collaborative Consumption".