La legge di Betteridge (dei titoli) è un adagio che afferma "Qualsiasi titolo che termina con un punto interrogativo può essere risolto con la parola no." L'ampia generalizzazione si riferisce alla scarsa pratica giornalistica di scrivere titoli sensazionali sotto forma di domanda per compensare la mancanza di fatti dell'autore. Proprio come la legge di Murphy - tutto ciò che può andare storto lo farà, e nel peggior momento possibile - la legge di Betteridge è radicata nell'umorismo cinico.
Formulare i titoli come una domanda è una pratica legittima che è diventata strettamente associata alle notizie false a causa del suo uso improprio. Quando un titolo è formulato come una domanda a cui la risposta è "no", l'autore è libero di porre domande ipotetiche progettate per fare appello all'emozione.
Esempi di titoli conformi alla legge di Betteridge includono:
Ci si può fidare di Amazon Alexa?
Google Home dovrebbe temere Watson Assistant?
Il tuo prossimo avvocato si chiamerà Siri?
I titoli in formato domanda sono spesso usati per il linkbaiting, la pratica di creare contenuti sensazionali nella speranza che lettori e fornitori di contenuti condividano il contenuto con altri. I titoli in formato domanda vengono utilizzati anche per diffondere disinformazione perché possono consentire a un autore senza scrupoli di implicare che un'opinione soggettiva è un fatto oggettivo.
La legge di Betteridge, che prende il nome dal giornalista tecnologico Ian Betteridge, è stata una massima del giornalismo online dagli anni '1990. L'uso improprio di domande accattivanti nei titoli per aumentare la circolazione, tuttavia, può essere fatto risalire al giornalismo giallo, ai fogli scandali e ai volantini politici dei secoli passati.
Vedi anche: informazioni sulle armi