Censorware è un termine usato in senso peggiorativo per descrivere il software che filtra siti Web o contenuti indesiderati. Gli esempi includono Cybersitter, N2H2, Netnanny, Surfwatch e Wisechoice. Questo tipo di software è progettato per limitare la capacità di un individuo di inviare o ricevere determinati tipi di informazioni e per questo motivo il suo utilizzo (nelle biblioteche pubbliche, ad esempio) è una questione controversa. Organizzazioni come l'American Civil Liberties Union (ACLU) e l'Electronic Privacy Information Center (EPIC) sostengono che l'uso della censura è in conflitto con i diritti individuali alla libertà di espressione e di associazione, come previsto dalla costituzione degli Stati Uniti.
Ci sono una serie di problemi con il censorware, a parte la questione se violi o meno i diritti individuali di accesso alle informazioni. Censorware blocca alcune categorie di siti Web e utilizza anche criteri basati sulla lingua per definire contenuti indesiderati. Data la natura ambigua di parti isolate del discorso, parole e frasi ritenute inaccettabili in un contesto possono essere completamente innocue in un altro. Tale ambiguità può portare al blocco di materiale innocente o, al contrario, a materiale offensivo che passa attraverso i filtri del programma. Nel 2000, il Digital Freedom Network (DFN), un'organizzazione per i diritti di Internet, ha ospitato un concorso per l'esempio più ridicolo di censura al lavoro. Il vincitore del concorso è stato uno studente a cui è stato negato l'accesso al sito web della sua scuola superiore dall'interno della biblioteca della scuola perché il termine di ricerca includeva la parola "alto".
Bobson Wong, direttore esecutivo di DFN, sostiene che i genitori dovrebbero sorvegliare i propri figli piuttosto che contare sulla censura per farlo per loro. Secondo Wong, "La conclusione è che il software di filtraggio non può sostituire il giudizio umano".