Basilea II è uno standard aziendale internazionale che richiede alle istituzioni finanziarie di mantenere riserve di liquidità sufficienti a coprire i rischi sostenuti dalle operazioni. Gli accordi di Basilea sono una serie di raccomandazioni su leggi e regolamenti bancari emanate dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BSBS). Il nome degli accordi deriva da Basilea, in Svizzera, dove si riunisce il comitato che mantiene gli accordi.
Basilea II è migliorato rispetto a Basilea I, emanato per la prima volta negli anni '1980, offrendo modelli più complessi per il calcolo del patrimonio di vigilanza. In sostanza, l'accordo impone alle banche che detengono attività più rischiose di avere più capitale disponibile rispetto a quelle che mantengono portafogli più sicuri. Basilea II richiede inoltre alle società di pubblicare sia i dettagli degli investimenti rischiosi sia le pratiche di gestione del rischio. Il titolo completo dell'accordo è Basilea II: The International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards - A Revised Framework.
I tre requisiti essenziali di Basilea II sono:
- Imponendo che le allocazioni di capitale da parte dei gestori istituzionali siano più sensibili al rischio.
- Separare i rischi di credito dai rischi operativi e quantificarli entrambi.
- Ridurre la portata o la possibilità dell'arbitraggio regolamentare tentando di allineare il rischio reale o economico con precisione alla valutazione normativa.
Basilea II ha portato all'evoluzione di una serie di strategie per consentire alle banche di effettuare investimenti rischiosi, come il mercato dei mutui subprime. Le attività a rischio più elevato vengono trasferite a parti non regolamentate di holding. In alternativa, il rischio può essere trasferito direttamente agli investitori mediante cartolarizzazione, il processo di acquisizione di uno o più gruppi di attività non liquidi e di trasformarli in un titolo negoziabile su mercati aperti.