Architettura disaccoppiata

1. In generale, un'architettura disaccoppiata è un framework per un lavoro complesso che consente ai componenti di rimanere completamente autonomi e inconsapevoli l'uno dell'altro. A volte si dice che il cloud computing abbia un'architettura disaccoppiata perché il provider di cloud gestisce l'infrastruttura fisica, ma non le applicazioni oi dati ospitati su di essa.

2. In informatica, il termine architettura disaccoppiata descrive un processore in un programma per computer che utilizza un buffer per separare le fasi di recupero e decodifica dalla fase di esecuzione. Un'architettura disaccoppiata consente a ciascun componente di svolgere i propri compiti indipendentemente dagli altri, consentendo anche variazioni strutturali tra sorgente e destinazione.

Il buffer in un'architettura disaccoppiata separa l'accesso alla memoria del programma ed esegue le funzioni. Il buffer sfrutta il parallelismo tra i due per ottenere prestazioni elevate impedendo al processore di "vedere" eventuali latenze di memoria.

In teoria, un buffer più grande può aumentare il throughput. Tuttavia, i buffer più grandi generano più calore e utilizzano più spazio. Inoltre, potrebbe essere necessario svuotare l'intero buffer se il processore ha una previsione errata del ramo, sprecando così i cicli di clock e riducendo l'efficacia dell'architettura disaccoppiata. Per questi motivi, i processori generalmente utilizzano un design multi-thread.

Le architetture disaccoppiate sono tipicamente utilizzate nelle architetture VLIW (Very Long Instruction Word). Poiché le architetture disaccoppiate non sono adatte alla gestione di codice ad alta intensità di controllo, come quello utilizzato come rami annidati nei kernel del sistema operativo, non vengono utilizzate nell'elaborazione generica.

Vedi anche: accoppiamento, accoppiamento libero, multithreading, thread safe